In questi giorni trascorsi, precisamente il 4 ottobre, la BCE ha emanato delle nuove norme riguardanti i crediti deteriorati che stanno mettendo in allarme forze politiche, Banche, imprese, in buona sostanza tutto il mondo economico nazionale.
Sono diverse le prese di posizione su questo che rischia di diventare un vero grande problema. In sostanza, la BCE al fine di ridurre i crediti deteriorati e dare copertura ai futuri, sta avviando delle norme che saranno operative dal primo gennaio 2018 secondo le quali le Banche sarebbero obbligate a nuovi pesanti accantonamenti che rappresenterebbero un pesante freno alla loro possibilità operativa rispetto al Credito.
Il Presidente dell’Abi Patuelli si schiera decisamente contro queste nuove norme sostenendo che gli sforzi messi in campo hanno consentito una riduzione degli Npl nel periodo tra dicembre 2016 e agosto 2017 pari al 23% e che le nuove norme in realtà non tengono conto di questi risultati e in ogni caso rischiano di avere pesanti ripercussioni soprattutto per le PMI.
Anche Confindustria si schiera contro i provvedimenti ritenendo che le nuove norme che obbligano le Banche a nuovi ed onerosi accantonamenti avrebbero riflessi sul Credito alle Imprese neutralizzando gli sforzi di stimolo alla crescita. Si registra anche una presa di posizione netta e decisa del segretario del PD, Matteo Renzi, il quale non esita a definire una scelta folle e suicida quella della BCE, un provvedimento che rischia di provocare una forte crisi, prevedendo che per questo salteranno altre Banche, correntisti, risparmiatori.
Renzi sostiene che i tecnici Finanziari europei sono pagati per trovare soluzioni ai problemi, non per crearli.