Investire nel mondo finanziario: l’importanza della diversificazione

Un’antica virtù degli italiani è, senz’ombra di dubbio, il risparmio. Non è casuale, in tal senso, che il nostro paese detenga, percentualmente parlando, il più alto risparmio privato dell’intera Unione Europea, che fa da contraltare all’elevata mole di debito pubblico italiano, il più elevato, in rapporto al PIL, dell’intero Vecchio Continente dopo quello greco.

E nonostante sia diventato alquanto ostico riuscire a mettere da parte un po’ di soldi, complice la forte perdita del potere d’acquisto subita dai cittadini italiani negli ultimi quindici anni, la tendenza a risparmiare resta particolarmente elevata. Uno dei tradizionali metodi per rivalutare i propri risparmi resta, senza alcun dubbio, l’allocazione degli stessi in ambito finanziario.

Volatilità spiccata sui mercati: diversificare diventa un mantra imprescindibile

Nel corso degli anni, tuttavia, il modus operandi è radicalmente mutato, in virtù, in primis, dalla forte perdita di appetibilità dei titoli di stato nostrani, delle obbligazioni e, più in generale, di tutti gli asset “free-risk”. Prendendo spunto dai titoli emessi dal MEF (Ministero Economia e della Finanza), non si può far altro che notare come il rendimento sia letteralmente crollato nel corso degli ultimi due decenni: il BTP decennale è passato, negli ultimi vent’anni, da un rendimento a doppia cifra ad un misero 0,65% lordo.

Va da sé, di conseguenza, che i risparmiatori abbiano approcciato a mercati differenti da quello obbligazionario, assumendosi, giocoforza, un rischio maggiore nella scelta degli investimenti: un titolo azionario, come noto, ha una volatilità certamente maggiore rispetto ad un titolo stato, ed è in grado di fornire potenziali guadagni o perdite più elevate. Risulta quanto mai importante, quindi, rispettare un principio cardine caro all’educazione finanziaria: la diversificazione.

Investire in un unico asset o, peggio ancora, in un solo emittente, aumenta esponenzialmente il rischio di veder dilapidato il proprio patrimonio. Si tragga spunto, ad esempio, da quei risparmiatori che, loro malgrado, erano possessori di soli titoli obbligazionari di alcuni istituti di credito o aziende che hanno dichiarato “default”, restati letteralmente col cerino in mano.

In un contesto come quello attuale, contraddistinto dalla forte volatilità causata dalla situazione di forte incertezza originatasi dall’emergenza sanitaria, il concetto di “diversificazione” è quanto mai importante e da mettere all’atto pratico senza alcun indugio. Avere una concezione dell’andamento dei mercati 24 ore su 24, di come avvengono alcuni scossoni – sia in senso positivo che negativo – nei listini del mondo, aiuta ad ottenere un’efficace ed efficiente gestione del proprio portafoglio finanziario.

Diversificare all’atto pratico

Grazie ad internet, oltretutto, è possibile diversificare in un numero plurimo di asset e non solo, come avveniva sino ad un decennio fa, prevalentemente in azioni ed obbligazioni, che, al pari delle Polizze Vita di Ramo I, erano le predilette dei risparmiatori italiani quando si recavano allo sportello bancario. È inutile negare, infatti, come il trading online abbia letteralmente stravolto le radicate abitudini dei risparmiatori nostrani.

Basta collegarsi ad uno dei più importanti portali del mondo finanziario, come quelli recensiti con dovizia di particolari su Mercati 24, per verificare, concretamente, quanto sia vasta ed amplia la scelta per quei soggetti che decidono di investire affidandosi al mondo della grande rete telematica, che, oltre a garantire un risparmio efficace in termini commissionali, consente di diversificare, concretamente, i propri risparmi.

Tramite il web, è possibile approcciare ad alcuni comparti, non disponibili presso il tradizionale sportello bancario, che negli ultimi anni sono stati estremamente ricercati dai risparmiatori di tutto il mondo: le criptovalute, il Forex o i CFD, solo per citare i più famosi, costituiscono degli ottimi elementi diversificatori che, calibrati sapientemente, dovrebbero essere inclusi – anche solo per importi modesti – all’interno di buona porta dei portafogli di investimento degli italiani.