Archiviato un 2021 particolarmente effervescente, con rendimenti dei mercati azionari e di altri asset a dir poco entusiasmanti, l’avvio del 2022 non è stato certo altrettanto esaltante. Certo, dopo dodici mesi di spinte rialziste piuttosto elevate, una fase di correzione, come quella che si è vista in queste prime settimane, può essere ritenuta fisiologica.
Tutto ciò, però, se la crescita avvenuta lo scorso anno fosse reale e non una “bolla”, piccola o grande che sia, come scopriremo solo nei prossimi mesi. È fuor di dubbio, infatti, che alcuni comparti siano cresciuti esponenzialmente grazie alla liquidità immessa nei mercati dalle banche centrali, che hanno spinto i listini azionari a toccare livelli “record”, soprattutto sull’altra sponda dell’Atlantico.
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Perché potrebbe essere il momento giusto per investire nell’argento
Il “2022”, quindi, potrebbe essere (condizionale d’obbligo) una sorta di “reality check” per comprendere se i valori fatti registrare corrispondono alla realtà o sono state il frutto di un po’ di speculazione dovuta alle politiche monetarie accomodanti delle banche centrali. Il tutto in un contesto in cui, dopo anni di letargo, riappare con forza un altro fattore da tenere in grande considerazione: l’inflazione.
Ritenuta inizialmente transitoria da parte di FED e BCE, oggi è considerata un elemento sul quale porre grande attenzione, al punto che Washington potrebbe procedere ad un numero maggiore dei due rialzi di tassi d’interesse scontati, durante l’ultima fase del 2021, dagli analisti finanziari. Questo potrebbe portare ad una selezione molto più accurata dei titoli da mantenere in portafoglio, con una possibile preferenza per i titoli “value” rispetto ai “growth”.
In un contesto di così grande incertezza sembrano tornare di grande attualità i cosiddetti “beni rifugio”, quelli, per intenderci, che dimostrano la loro straordinaria valenza quando il contesto non è brillante ed i dubbi si insinuano tra gli operatori di mercato. Una situazione, quest’ultima, corrispondente all’attuale realtà, che si traduce con i risultati che sta facendo registrare l’argento, considerato, al pari dell’oro, un bene rifugio per antonomasia.
Dopo aver accusato un calo di valore nel 2021, in un contesto in cui i mercati hanno preferito in asset più rischiosi come azioni o criptovalute, nel corso dell’ultimo mese ha fatto registrare un’importante crescita di oltre il 6%, che, in base a quanto dichiarato da alcuni analisti, dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, considerate le prospettive non brillanti, specialmente sul mercato americano, del comparto equity e obbligazionario.
Argento: le varie modalità con le quali prendere profitto
La crescita del valore dell’argento registrata nell’ultimo periodo, al pari di quella di un altro bene rifugio per eccellenza come l’oro, testimonia come i trader e i fondi d’investimento più esperti stanno impostando una tattica particolarmente attenta per il 2022, preferendo questo asset ad altri che, potenzialmente, potrebbero perdere terreno a causa di un aumento dei tassi d’interesse o di stime troppo generose fornite dai mercati nel corso dello scorso anno.
Esistono varie modalità per trarre profitto dall’argento, talvolta in maniera estremamente semplice. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di poter vendere qualche bene prezioso argentato, grazie ad un valore che si stima in crescita nei prossimi mesi, tramite un operatore serio e qualificato.
A livello finanziario, invece, esistono varie modalità per entrare in “contatto” con l’argento. La più diffusa è, senza alcun dubbio, quella relativa agli ETC, acronimo di Exchange Traded Commodities, che funzionano analogamente ad un ETF, ma a differenza di questi ultimi hanno come sottostante una materia prima. Una modalità rapida e semplice per fare trading sull’argento, con la possibilità, eventualmente, di venderlo alle condizioni ritenute più congeniali in un secondo momento.