Il commercio domenicale conviene? Il dibattito sul lavoro festivo
Si continua a dibattere sul lavoro domenicale, sull’apertura di negozi e supermercati in questo giorno settimanale. Si registrano diverse prese di posizione, con il Movimento 5 stelle che ritiene giusto tenere chiusi gli esercizi commerciali alla domenica, Papa Francesco negli scorsi giorni ha riportato l’’importanza che la domenica sia un giorno dedicato alla preghiera e alla famiglia ma sul lavoro alla domenica si devono valutare diversi aspetti. Il primo è quello economico: in un periodo come quello attuale in cui si ricerca necessariamente la massima redditività aziendale che si riflette poi anche sul mantenimento dei livelli occupazionali e anche sull’incremento della stessa, rinunciare a incassi importanti non è positivo.
La domanda, però, è inerente alla reale convenienza di tenere aperto il punto vendita. Secondo i dati ufficiali l’apertura domenicale genera un valore di 9 miliardi all’anno. Si stima che il 20% delle vendite complessive si realizza proprio alla domenica, soprattutto negli ipermercati. Da considerare anche che il commercio online si realizza 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, quindi il commercio territoriale che fa già fatica a competere con colossi dell’e-commerce, non possono permettersi di perdere opportunità di vendite importanti. Se volgiamo lo sguardo ai negozi di vendita al dettaglio la percentuale di vendite alla domenica scende leggermente attestandosi al 17% delle vendite settimanali, sempre significative.
Lavoro festivo per i lavoratori
L’0altro aspetto è il lavoro domenicale visto dalla prospettiva dei lavoratori. Vero che il lavoro festivo comporta una maggiorazione della retribuzione ma in molti contratti si stabilisce il recupero del lavoro festivo, in pratica chi lavora alla domenica recupera il riposo in un altro giorno ma senza guadagnare un centesimo in più, rendendo vano il sacrificio del lavoro festivo. Su questo si dovrebbe agire, rendendo obbligatorio per legge il riconoscimento economico congruo di questo sacrificio richiesto ai lavoratori.
Sull’aspetto religioso, dal momento che in Italia, come negli altri Paesi esiste una situazione multi religiosa, perché allora non si dovrebbe consentire ad un musulmano di astenersi dal lavoro il venerdì, per loro giornata di preghiera come per noi la domenica oppure ad una persona di religione ebraica il sabato. Si realizzerebbe una babele, una situazione difficilmente gestibile e un danno notevole per l’economia e la funzionalità delle imprese.