E’ straordinario lo sviluppo commerciale di Amazon anche in Italia, migliaia di pacchi vengono consegnati ogni giorno, un ritmo frenetico di preparazione degli ordini e ancora di più nelle consegne. Lavorare in magazzino e preparare tutti i pacchi previsti dal ritmo di lavoro è duro ma sei nell’ambiente di lavoro e con parecchio impegno, alla fine i tempi sono quelli ma il discorso è parecchio diverso parlando delle consegne ai clienti.
I fattorini che provvedono alle consegne trattano circa 200 pacchi al giorno, circa 150 clienti in media poiché dei clienti hanno più di un pacco. Per agevolare il lavoro dei fattorini, sul cellulare è caricato un programma, un algoritmo lo chiamano gli addetti, che razionalizza i percorsi nelle consegna al fine di perdere meno tempo possibile.
I tempi di consegna sono calcolati in modo matematico ma come può un algoritmo, un software tener conto dell’ondata dei semafori rossi, degli addormentati al volante che non si muovono, degli imprevisti che trovi per strada? Gli addetti lamentano che per completare le consegne previste impegnano anche alcune ore in più e spesso saltano anche la pausa pranzo di mezz’ora prevista dal programma di lavoro.
Da Amazon puntualizzano che il software è un aiuto per i fattorini, che serve a razionalizzare i percorsi facendo perdere meno tempo possibile e che comunque questi non sono propri dipendenti ma di imprese di corrieri che provvedono alle consegne per conto di Amazon, quindi Amazon è di fatto cliente dei corrieri, paga un servizio ma non è responsabile dell’organizzazione. Sul problema sono interessati i sindacati che stanno agendo per riportare le condizioni di lavoro in un ambito maggiormente umano.