Italo sarà acquistata dalla società americana Gip. La cessione d’acquisto è pari a 1,980 miliardi, arrotondando a 2 miliardi. La decisione è stata raggiunta dopo la seconda proposta della Gip. I ministri Padoan e Calenda si erano già espressi positivamente sulle quotazioni in Borsa della societò, ma lodando le capacità degli imprenditori, management e istituzioni finanziarie per la compra-vendita
È stata accettata l’offerta di acquisto proposta agli azionisti di Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv), proprietari dei treni ad alta velocità Italo, da parte del fondo investimenti usa Global Infrastructures Partners (Gip). La decisione è stata raggiunta durante la serata di mercoledì 7, dopo circa 5 ore di consiglio di amministrazione guidato da Flavio Cattaneo. Poco prima della mezzanotte (scadenza delle offerte) il board è stato chiuso per poter valutare le proposte offerte: la vincente è stata la proposta americana. Durante l’incontro sono state analizzate le diverse proposte, valutando così anche la proposta della società statunitense (la seconda durante la prima fase) di circa 2 miliardi di euro (1,940 miliardi).
Così, oltre ai 400 milioni di debiti della società di cui i nuovi acquirenti si fanno carico, è previsto che gli azionisti Italo arrivino ad acquistare il dividendo di 30 milioni deliberati dall’assemblea e che la stessa debba sostenere le spese relative all’interruzione di quotazione per non più di 10 milioni di euro. In conclusione l’offerta complessiva è pari a 1,980 miliardi di euro. Il processo di vendita interromperà la possibilità di quotazioni in Borsa della società, scelta di cui si parlava già da diversi mesi ma su cui i ministri Padoan (Economia) e Calenda (Sviluppo economico) si erano già espressi positivamente.
Gip ha altri investimenti in Europa
In una nota diffusa direttamente dai due rappresentanti di Governo, si scriveva come «la quotazione in Borsa della società rappresenterebbe il perfetto coronamento di una storia di successo», aggiungendo tuttavia anche lodi congiunte verso «la capacità degli imprenditori, del management e delle istituzioni finanziarie, a partire da Banca Intesa che hanno costruito una grande azienda di servizi con investimenti molto significativi e che hanno saputo con coraggio superare anche momenti di difficoltà». Seppur concorrente, infatti, Italo ha su di sé grandi potenzialità: nata nel 2006 in un progetto avviato da Luca di Montezemolo controllata tra gli altri dal gruppo Generali, Intesa San Paolo con quote di minoranza anche di Flavio Cattaneo e Montezemolo e, oltre ad essere concorrente rivale delle Fs, è diventata la prima ferrovia privata in Europa.
Uno dei dettagli che forse ha interessato la Gip, fondo americano tutto dedicato alle infrastrutture, che ha già effettuato diversi investimenti in Europa. Con sede a New York, Il Sole 24 Ore dice che ha entrate annuali superiori a 5 miliardi di dollari e controlla società che in tutto hanno 21mila dipendenti. Dunque che un investitore internazionale decida di presentare un’offerta prima della quotazione di borsa è un segno che il traffico ferroviario italiano viene considerata una buona possibilità di crescita. La chiusura dell’operazione di vendita dipenderà, però, dall’approvazione da parte dell’antitrust, che dovrebbe avvenire entro l’11 febbraio.